CLAUDIO MENCACCI
Il negazionismo rifiuta la scienza e nasce
dalla paura
Il negazionismo è una condizione di sdegno,
nell’ambito di una cultura narcisistica, che induce a non sopportare le indicazioni della scienza.
Quello che noi vediamo è che di fronte alla scienza e alla ragione vi è un
marcato rifiuto, quando invece proprio ragione
e scienza sono la base della nostra civiltà e di quello che noi chiamiamo
umanesimo.
Diventiamo
più umani nel momento in cui rispettiamo la ragione e i principi a cui la
civiltà europea ancora oggi si ispira: quelli della rivoluzione cognitiva e
della rivoluzione francese. Dal punto di vista psichico il negazionismo è un meccanismo difensivo
dalla paura e dall’angoscia arcaico, primordiale e molto tenace. È
una condizione per la quale il negazionista, facendo uno sforzo enorme, si oppone alla realtà dei fatti e
ha bisogno di trovare chi la pensa come lui, perché non può tollerare una
condizione diversa,una condizione che proviene dalla ragione. Nei confronti
della paura noi possiamo attivare dei sistemi cognitivi che ci permettano di affrontarla. La
maniera che noi consideriamo più evoluta è di attuare protezioni da questa
paura per cercare di sopravvivere ad essa.
Il
negazionismo non è una scoperta, è un filo rosso che ormai da molti anni attraversa
la Sociologia, la Psicologia e la Clinica psichiatrica. Sostanzialmente è un costante attacco
all’intellettualismo e nasce dalla convinzione che “la mia ignoranza vale
quanto la tua conoscenza”. Quello a cui si assiste ormai da
tempo è un attacco alla scienza in una società sempre più ignorante. In questo
la scienza ha delle colpe perché ha dato molte illusioni ma, al contempo è
l’unico sistema che abbia permesso all’uomo di progredire e di migliorare la
sua qualità e quantità di vita. La ragione ci guida e la scienza funge da faro.
Guardando
all’attualità degli ultimi mesi, in questo momento chi nega l’esistenza del
virus lo fa in maniera arcaica e totale. Quindi, di fatto, non solo espone se stesso ma purtroppo anche
tutti gli altri” al rischio del contagio. Il grido della loro
libertà diventa la condanna per gli altri ad ammalarsi, perché queste persone
non rispettano le indicazioni che provengono dalla scienza.